Il racconto parte da Trieste con l’intenzione dichiarata di accogliere, nel percorso che seguirà le voci dell’aldiquà e dell’aldilà dell’Adriatico, mare dalle sponde che si guardano e che si vedono chiaramente quando l’aria tersa e limpida lo permette, l’aria che si respira e si sente fisicamente sulla pelle dopo ogni gran temporale, generato dalla furibonda ma benefica Bora scura.
(Testo di Paola Pini)